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Alla ricerca del libro perduto       
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Sade e il suo mondo


Il Divino Marchese merita una sezione a parte, data la mole di volumi scritti da lui e su di lui (tutti piú o meno rilevanti ad una ricerca approfondita).

Letteratura di seconda fonte



Le Philosophie Dans Le Boudoir

Non ho molto da aggiungere a quello che ho giá detto altrove, se non che è probabilmente la piú gradevole delle opere del Divino, resa particolarmente deliziosa da quel tocco di ironia e black humor che vena ogni pagina. Le ragioni della mia preferenza, peró non si riducono a questo: è anche la migliore opera teatrale del Marchese, la meglio riuscita, sia per l'acuto senso scenico, sia per la sua mai sconfessata abilitá nel creare dialoghi, sia per l'efficace della coreografia dei corpi, quasi una piècesul teatro stesso. Ad una prima lettura vi verrá forse da saltare le parti "filosofiche" per gustarvi solo quelle piú lubriche, ma vedrete che a una seconda o terza lettura comincerete a gustarle in pari grado e perfino a trovarle eccitanti in virtú dei pensieri stimolanti che vi mettono in testa (non vi allarmate se la vostra "buona coscienza" resisterá davanti a certi concetti davvero improponibili; man mano che il Divino entrerá nel vostro spirito, ogni ostacolo vi parrá sempre piú sormontabile e vi stupirete della vostra "larghezza di vedute"!). Non sperate peró di trovare sangue e viscere in questa deliziosa opera da alcova: fatta salva per la scena finale (nessun morto, state tranquilli!), tutto avviene nel massimo della cortesia e del rispetto (sono tutti nobili, dopo tutto). Mi raccomando: dopo averlo letto, andate a vedervi il film di Benoît Jacquot (vedi mia recensione)!

Grove Press: Justine, Philosophy in the Bedroom and Other Writings
testo online:
Athena
monsieurlesix

Les 120 Journées de Sodom, ou l'école du libertinage

Giustamente considerata la "bibbia sadiana" da tutti i sadiani, ha fatto girare la testa a narratori, poeti, artisti (Apollinaire, Buñuel, Dalí, etc.). Non è un libro che deve piacere, né tanto meno con cui si debba andare d'accordo; è soprattutto un libro di sperimentazione narrativa, di sfida ai propri limiti, per oltrepassare i confini dell' "accettabile", del "giá noto". Cosí come non è solo un "campionario di vizi", bensí un "campionario di scelte estetiche" dove Sade re-inventa il linguaggio narrativo portandolo ai limiti del metafisico (e di meta-fisico si puó ben parlare, grazie alla sua totale estraneitá con le leggi della natura). Non si capisce perché si siano tanto ostinati i benpensanti e moralisti dei nostri tempi ad accanirsi contro un libro del genere: disse bene il personaggio di Madeleine nel film Quills, quando difendeva la lettura di simili scritti perché le consentivano di essere "puttana" nella mente e restare pura nel corpo. Ma di nuovo, quello che piú colpisce me in quest'opera è soprattutto l'ironia che permea lo stile: "Ma, mio caro Presidente, proprio questa mattina vostra moglie mi ha prodotto il piú solido e bello stronzo!", dove, come sottolinea giá Barthes, il termine offensivo giunge a termine di una frase che imita lo stile piú aulico. E' da questo che infatti deriva la sua ironia Sade, dal subitaneo colpo di coda, dall'inversione repentina e violazione del codice linguistico. Un'operazione molto piú perversa (e sovversiva, come tutta l'ironia) degli atti che descrive. Infine, è un peccato che il marchese non abbia potuto terminare il suo progetto.

English version:
Arrow Annotated Edition: 120 Days of Sodom
Delectus: The 120 Days of Sodom

testo online:
monsieurlesix.be

Aline et Valcour, ou le roman philosophique

Romanzo epistolare secondo la moda del secolo (iniziata da Richardson che Sade tanto ammirava... quei detrattori del Marchese che lo trovano tanto noioso, come farebbero a sopravvivere i Pamela o Clarissa senza gettare il volume nel fuoco?), AV è un'opera dichiaratamente "filosofica" e insieme ai Crimes de l'amour e La marquise de Gange (tra gli altri) una delle opere "lecite" e rivendicate. Ció peró nulla toglie alla "malizia" dell'autore che, pur usando un linguaggio che gli è meno consono (quello edulcorato e moraleggiante), torna ad insistere sul tema della virtú sfortunata. Tra i modelli letterari La nouvelle Eloîse del tanto gettonato Rousseau, ma anche il nuovo genere dei racconti di viaggi, frutto di esplorazioni in continenti esotici (Bougainville e Cook figuravano nella biblioteca personale di Sade) trova soddisfazione nelle ampie parti che l'autore dedica alle rappresentazioni di societá utopiche (la platonica repubblica del saggio Zamé e il crudele regno di Ben Mâacoro).

Historiettes, Projets et plans, Les Infortunes, Eugenie de Franval

Secondo di quindici volumi in questa riedizione di J.-J. Pauvert del 1986, questo libro raccoglie testi di natura la piú svariata: dai racconti piú brevi del marchese (qui in veste di "troubadour provençal") alla prima stesura di Justine, ovvero Les Infortunes de la vertu [ da notare che quel romanzo che poi sarebbe diventato il mastodontico La nouvelle Justine, è partito da una semplicissima frase: Deux sœurs, l'une très libertine vit dans le bonheur, dans l'abondance et la prospérité, l'autre extrêmement sage tombe dans mille panneaux qui finissent enfin par entraîner sa perte., pag. 230 ], passando per schizzi e progetti di lavoro e la novella Eugénie de Franval, di cui si veda piú sotto a proposito dei Crimes de l'amour.
testo originale:
monsieurlesix

Cahiers personnels (notes pour Florbelle, Adelaide)

Immaginate di accuattarvi dietro la sedia di Sade mentre lavora, mentre pensa e concepisce le sue opere all'interno del manicomio di Charenton. "Dovrete apportare le seguenti modifiche... attenzione a non confondere i personaggi... cercate di eliminare tutto ció che...": commenti rivolti a se stesso, suggerimenti, anche rimproveri, schemi e progetti di romanzi, in mega volumi. L'interesse qui è evidentemente e quasi esclusivamente per i sadiani.

Viaggio in Italia, Viaggio in Olanda

Sulla scia di altri europei, e in particolare dell'Abbé Richard, anche Sade ha voluto (unendo l'utile al dilettevole) scendere in Italia e lasciarci una sorta di "Guida Michelin". Non ci si aspetti qui di ritrovare la stessa verve stilistica e la stessa energia narrativa che il Marchese ha messo nelle sue opere letterarie. Anzi, a chi lo apprezza proprio per la sua veemenza, potrebbe risultare ahimé noioso e pedante. Tuttavia dietro quello stile un po' arido e freddo si celano interessanti dettagli, curiose piccole annotazioni sui posti visti e visitati; come per esempio la Venere del Tiziano (quella che con una mano stropiccia una rosa e con l'altra il pube) o l'altra Venere in Sicilia apprezzabile per una certa parte del corpo cara al Marchese. E poi tutto il testo è denso di considerazioni sugli usi e costumi locali (un Sade molto moraleggiante, ma non siete stupiti, vero?), sul livello di corruzione, per non dire quando entra apertamente in polemica con il povero Abbé. Peccato non poter controllare la bontá dei suoi consigli riguardo a locande e alberghi!

Justine ou Les malheurs de la vertu (Les Infortunes de la vertu)

Piú che un romanzo un mito moderno. Justine è ormai diventato sinonimo di "vittima innocente e virtuosa delle perversioni sessuali di potenti libertini", eroina di romanzi, film e fumetti di genere. E' difficile stabilire con assoluta certezza quale fosse la tesi "vera" di Sade: voleva confermare la tesi cristiana che la virtú non verrá premiata su questa terra e che, al contrario, i piú potenti e arroganti ne approfittano? o non voleva forse elucidare il suo pensiero in una visione pessimista (forse) di come vanno le cose al mondo (no, Congreve non c'entra per nulla, anche se pure lui è stato influenzato dal pensiero libertino del seicento)? o piuttosto cercava di dar corpo ai fantasmi che lo assillavano durante la prigionia alla Bastiglia ("Justine c'est moi")? Si puó dire che queste ipotesi sono tutte un po' vere: c'è l'ateismo militante e ferocemente anticlericale in conflitto con l'apprezzamento estetico della natura violata e dei valori dissacrati. Justine, in tutte le sue versioni (tre romanzi a scatola cinese--con Sade è sempre un aggiungere e mai togliere), continuerá ad esercitare il suo fascino su generazioni e generazioni di lettori, attirati o disgustati dalle vicende narrate proprio per questo conflitto destato nel lettore. Non date retta a chi vi dice che "è un libro noioso": è un rifiuto piú che comprensibile di penetrare la logica sadiana, ma se solo si potesse spostare un poco l'obbiettivo, non risulterebbe poi tanto incomprensibile e il godimento sarebbe assicurato.

Grove: Justine, Philosophy in the Bedroom and Other Writings

testo originale:
Les infortunes de la vertu (monsieurlesix)
Les infortunes de la vertu (foire aux textes)
Justine ou les Malheurs de la vertu (monsieurlesix)
La Nouvelle Justine ou les Malheurs de la vertu (monsieurlesix)

Les crimes de l'amour

Un'altra delle opere "lecite" di Sade, i Crimini dell'amore è una raccolta di racconti dove il tema piú tipicamente sadiano emerge in formato piú digeribile e leggero, manifestandosi in sfortunate venture dell'amore, malintesi, intrighi, scherzi del destino. Calcando le tracce dei suoi precedessori di due secoli, Sade affronta uno stile narrativo piú vicino a Marivaux, Prevost e Richardson (che ammira) facendo perno sul fascino che desta nel lettore il fatto drammatico. Tra le storie che ricordo con particolare piacere "La double epréuve", non tanto per la forza tragica che manca, ma per il puro e semplice gusto del divertissement. Da segnalare altresí "Florville et Courval ou la fatalité" per l'aspetto decisamente tragico della vicenda di due amanti. Nel progetto originale Eugénie de Franval doveva essere pubblicata a conclusione di questa raccolta. Oggi la novella è pubblicata piú spesso che no separatamente, e infatti separatamente va anche valutata. Nell'edizione originale, peraltro, le storie venivano precedute dal saggio "Idées sur le roman", vera e propria stesura del pensiero critico narrativo del Marchese, nonché elencazione dei suoi antecedenti letterari (alcuni, come giá notato, di dubbio gusto: vedasi Richardson e Anne Radcliffe...). Inoltre: "Juliette et Raunai ou la conspiration d'Amboise", "Miss Henriette Stralson ou les consequences de la disperation", "Faxelange ou les dangers de l'ambition", "Florville et Courval ou la fatalité", "Rodrigue ou la tour enchantée", "Lorenza et Antonio", "Ernestine", "Dorgeville ou le criminel par vertu", "La comtesse de Sancerre ou la rivale de sa fille", e "L'Auteur à Villeterque folliculaire" tipica prova di virilitá scrittoria nei confronti dei critici velenosi...

La marquise de Gange

Forse l'unica storia di Sade che non ha inventato lui. Non è infatti solo per posa che l'autore avverte all'inizio che la vicenda si basa su fatti reali cosí come risultano dai documenti custoditi negli archivi giudiziari di Gange. La storia, di piglio e spunto tutto sadiano, è peraltro del tipo di cui sono pieni i libri di storia dal medioevo in qua. Un marito

Corréspondence

Un articolo separato meritano le lettere del Marchese, di interesse non solo biografico ma anche letterario. E' soprattutto in quelle scritte a Milli Rousset che si esplicano e formano le idee estetico-filosofiche di Sade, mentre delle sue idee politiche ritroviamo frammenti sparsi qua e lá, soprattutto nelle lettere al notaio Gaufridy durante la rivoluzione. Con ognuno dei suoi corrispondenti l'autore rivela una facciata diversa della sua veritá, senza tradire l'intima coerenza con il suo modo di essere, di pensare, di interagire con il prossimo. Spicca nella corrispondenza con la moglie ("ma mie") il senso di complicitá e a volte di gioco che legava questa strana coppia: dalla richiesta di pareri sui suoi manoscritti alle pennellate di "delicatesse", come nel voluto malinteso sulla richiesta di bianchieria sporca da parte della Marchesa. C'è finezza, entusiasmo, sarcasmo, cinismo e sempre quel pizzico di mascalzone che tuttavia in lui risuona sempre gradevole e accattivante.
Incidentalmente, se siete interessati a ricevere una lettera del Marchese alla settimana, Neil Schaeffer offre la possibilitá di iscriversi alla mailing list dal suo sito su Sade.


Oeuvres completes I (nrf)

Una nota sulle diverse edizioni delle opere del Marchese. La piú cara (se passate da Parigi, date una chance a Gilbert Joseph, si possono trovare dei veri affaroni!) è senza dubbio quella nell'elegante e prestigiosa serie della Pléiade che da pochi anni ha deciso di pubblicare tutta l'opera di Sade in tre volumi, corredati di ricche e utilissime note e prefazione di Michel Delon, il saggio di Jean Deprun "Sade Philosophe", oltre alla cronologia e alle tavole illustrate dell'edizione originale di Aline et Valcour. Oltre a questo romanzo "lecito", il primo volume della Galimard - Nrf contiene: Dialogue entre un prêtre et un moribond e Les cent vingt journées de Sodome ou l'école du libertinage. Sentimentalmente piú apprezzabili le due edizioni di Jean-Jacques Pauvert (quello che si è fatto il mazzo e ha pagato con la prigione l'ardire di pubblicare le opere di Sade): quella del '67, rilegata in pelle nera, e quella del '91, in accattivanti (ma non portabili) volumi bianchi e neri. Altre edizioni valide, soprattutto da un punto di vista economico, sono quelle Seuil, Folio Galimard, Laffond. Segnalo pure l'edizione (non ancora da me spulciata, ma di costo piú ragionevole della Nrf, quella Flammarion in tre volumi (v. sotto). Per la versione inglese, la migliore edizione della "Philosophy in the Bedroom" (insieme al "Dialogue" e "Justine" piú sette lettere e la cronologia) è indubbiamente quella della Grove Press.

Per quanto riguarda le edizioni italiane, esistono (a tonnellate in qualunque libreria) i volumi della ultraeconomica serie della Newton Compton Libri, che confermano il vecchio detto "ottieni ció che paghi", cioé pochino. Personalmente ritengo che libri come quelli di Sade vadano comprati per durare e non per consumarli e gettarli (ma ognuno la pensa come vuole!) e questa non è certo l'edizione piú duratura. Del resto è anche vero che meglio sarebbe leggerli nell'originale. Al contrario della costosa edizione Nrf, qui le note scarseggiano. Mi pare che anche la Garzanti abbia iniziato a pubblicare qualcosa, ma se anche l'avesse fatto, i suoi libri non sono ancora in circolazione diffusa. Cionondimeno, per chi volesse accostarsi al Divin Marchese per la prima volta, i libri della Newton Compton possono fare un ottimo uso.

Ed. Flammarion (hd): Oeuvres Completes: 1 - Oeuvres Completes: 2 - Oeuvres Completes: 3

Bibliografia completa delle edizioni italiane


Letteratura di seconda fonte

Guillaume Apollinaire: Les diables amoureaux

E' soprattutto grazie ad Apollinaire se oggi possiamo leggere in tutta tranquillitá i testi del Marchese de Sade. E' stato infatti lui il suo primo ammiratore dichiarato e grazie al suo lavoro di ricerca e di diffusione, è riuscito a farne un poco il simbolo/mascotte del movimento surrealista, contaminando in misura diversa ogni appartenente, da Breton a Buñuel, che a loro volta hanno influenzato altri poeti ed artisti, etc. Les diables amoureaux è una panoramica dei grandi (e meno) della letteratura erotica a partire dal "divino" Aretino fino al "divino" Sade, passando, fra gli altri, per Casanova, Laclos, Baffo. Lo spazio dedicato a Sade supera di gran lunga persino quello dedicato all'Aretino, con una prima, sia pur ancor approssimativa biografia (in cui non mancano errori in "buona fede" e romanticismi). Una vera chicca (peccato che l'ho perso... sob).

Raymond Jean: Un portrait de Sade

Ancora una biografia del marchese attraverso gli occhi di uno dei suoi grandi ammiratori e scrittore anch'egli, Raymond Jean (a molti di voi forse noto per il romanzo La léctrice, da cui è stato tratto un film con Miou Miou). Jean non cerca di fare una biografia accurata e pedante, bensí di immaginare di raccontare la vita di questo grande a modo suo, prestando particolare attenzione alle opere letterarie di Sade, quasi che la storia della sua vita non fosse altro che una contestualizzazione della scrittura. Particolarmente indicato per gli appassionati sadiani.

Roland Barthes: Sade/Fourier/Loyola

Il potere dell'analisi barthiana combinata con una materia complessa e ricca di significati in una ricerca approfondita ed esauriente dei piú significativi autori all'alba dell'era contemporanea: Sade, Fourier, Loyola. Tre pensatori che, in modi diversi e in diversi ambiti della vita umana, hanno rappresentato una rivoluzione. Loyola nell'ambito ecclesiastico, per aver fondato non solo un ordine monastico (?) ma un'istituzione della chiesa nonché il suo strumento di propaganda; Fourier nell'ambito sociale e per l'organizzazione del lavoro, in qualche modo padre del socialismo moderno (italiani, chiudete un occhio!); Sade nell'ambito dei costumi, e piú precisamente dei comportamenti sessuali. Come direbbe Foucault, peró, questi tre autori hanno agito in primis nell'ambito morale, mentre Barthes guarda al lato puramente testuale, dove, vale ricordarlo, per testo viene inteso ogni aspetto della vita che puó essere ricondotto ad un'analisi strutturale e semantica. E', in summa, il libro che mi ha fatto amare Sade (dove per "Sade" si suole distinguere tra "l'uomo-Sade" e "l'autore-Sade", due testi che viaggiano su piani paralleli, intersecandosi continuamente in un avvicendarsi quasi-perpetuo).

Andrea Dworkin: Pornography

Potrei annoiarvi fino alle lacrime con i Gb di insulti che vorrei dedicare a questo libro orrendo e orribile, ma non intendo farlo per cortesia verso di voi. Mi chiederete perché allora mi prendo la briga di includerlo in questa "bella" bigliografia, visto che ne penso tutto il male possibile. Il motivo è uno solo: insieme al testo di Barthes è responsabile per avermi fatto scattare la molla favorevole a Sade. Mi spiego. La tesi del libro è che la pornografia celebra (e istiga a) la violenza e la degradazione delle donne ed è quindi responsabile di tutte le violenze commesse sulle donne; in quanto responsabile, va proibita e lo stato si deve fare censore di ogni testo sia pur lontanamente connesso con la pornografia (nella accezione della Dworkin, pornografia ha un significato assai esteso, se pensate che vi include E. Jong, G. Bataille e R. Barthes... un critico ha commentato: "E perché non anche il Cantico dei Cantici della Bibbia?"). Quello che c'è pur tuttavia di valido nel testo, a parte le facili stimolazioni libidinose--la Dworkin si diletta soprattutto nel riferire in dettaglio le storie che critica, riuscendo, malgrado se stessa, a fornire ampio materiale per le "seghe"--, è che riuscendo a farsi odiare per il suo stile sgrammaticato e per la sua analisi farraginosa e aleatoria, rende automaticamente gradevole e affascinante ogni oggetto del suo odio, Sade compreso.
Per toccare con mano il grado di follia a cui la Dworkin riesce ad arrivare, basta dare un'occhiata alla pagina sull'ACLU (American Civil Liberties Union), o leggere il libro scritto a quattro mani con la MacKinnon, Pornography and Civil Rights. Per una recensione sul suo ultimo, allucinante libro, Scapegoat, si legga l'articolo di Julia Gracen (Salon.com).

VV.: Cahiers du Sud (Approches de Sade)

Questa interessante rivista di studi provenzali dedica periodicamente una sezione a considerazioni e riflessioni sull'opera sadiana o sulla figura del Marchese, in quanto legato alla storia locale; nel numero in questione si tratta di sei saggi, di cui tre molto brevi. Spicca, almeno per un non addetto ai lavori, il nome di Pierre Klossowski (De l'opportunité a étudier l'œvre du Marquis de Sade dove l'autore spiega perché Sade debba essere letto dagli spiriti piú religiosi). L'altro che salta subito agli occhi, invece, è l'articolo di Jean Tortel che mira a sostenere la immensa monotonia dei romanzi sadiani, esaminando (con gran dovizia di citazioni) il testo della Philosophie dans le boudoir.

Gilbert Lely: Vie du Marquis de Sade

Un "must" assoluto per i sadiani. Autorevole, approfondita biografia corredata di testi autentici, testimonianze, commenti, citazioni dalla corrispondenza del Marchese e famiglia, nonché riferimenti sia letterari sia storici. Oltre che interessante e avvincente (praticamente un romanzo rocambolesco con sprazzi di romantiche avventure, ingiustizia sociale e qualche pizzico di denouement), è una lettura assai scorrevole e piacevole. (due volumi)

Nikolaj Frobenius: De Sade's Valet

Il titolo originale (norvegese) dice qualcosa di piú e di meno rispetto al titolo inglese o italiano ("Il valletto di De Sade", edito da Ponte alle grazie), con evidente riferimento ad un altro valletto, piú famoso, il Leporello di Don Giovanni. Latours Katalog, infatti, perché di Latour si tratta, in un giallo insolito e avvicente intrecciato intorno ai "buchi" nella biografia di Sade, che fornisce lo spunto e l'ambiente, ma che, per una volta, non è il protagonista. L'immaginazione dell'autore è talmente intensa da riuscire ad incastrare in maniera credibile qualcosa che non è sicuramente avvenuto. Il Latour che ci rivelano le lettere del Marchese e le testimonianze altrui risulta a questa lettrice del tutto diverso, ma non importa davvero, perché il romanzo scorre agilmente sotto gli occhi del lettore in uno stile scattante, fresco, immediato, intercalando il tema del serial thriller con la ricostruzione storica. Credo che qualcuno abbia giá pensato a farne un film.

Henri Fauville: La Coste: Sade en Provence

Nient'altro che la storia del castello di Lacoste, dove il Marchese ha vissuto tra il 1768 e il 1777, anno dell'arresto definitivo. Storia altresí di tutti i rimaneggiamenti nel corso dei secoli attraverso tutti i diversi proprietari: da fortezza a salotto di menus plaisirs, come avrebbe detto Sade; da rifugio di valdesi e ugonotti, a residenza di provincia di una delle piú antiche famiglie provenzali. Molto estesa, com'era del resto facile da prevedere, la sezione contemporanea al Marchese, cosa che rende tutti noi sadiani impenitenti assai felici per le noticine quotidiane che tutto sommato ridimensionano e umanizzano questo "mostro sacro" del pensiero di fine illuminismo.

Roberto Guidotti et al.: Cinefiles - Sadistic and Sadeian Movies

Una guida completa di tutti i film sul o ispirati al Divino Marchese e alle sue opere, o anche solo vagamente affiliati per qualche misteriosa associazione di idee, o per la presenza fatua e arbitraria del suo nome (o di quello delle sue eroine, la piú frequente naturalmente è Justine) nel titolo o anche solo nella locandina del film. Ovviamente ci sono tutte le opere di Luis Buñuel e Jess Franco, ma non mancano curiose presenze (film in tutto e per tutto molto "per bene", dove tuttavia il Marchese fa brevemente capolino per qualche strana associazione di idee del regista). Arricchito di foto e locandine. Purtroppo l'ordine dei titoli è pressocché arbitrario e casuale.

En savoir plus...

uno dei siti dedicati al marchese e alla sua opera è senz'altro quello di rocbo, oltre al giá menzionato desade.free.fr e al belga monsieurlesix.be. Il sito di Roberto Guidotti offre una serie di bibliografie di libri, cinema, fumetti e quant'altro.




Pagine attinenti:

Art

Music

Sources






Titoli disponibili presso
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120 Days of Sodom












Les Infortunes De La Vertu












Letters of the Marquis de Sade












Dramatic Works of the Marquis De Sade : Melodramas and Tragedies












Sade/Fourier/Loyola












Masochism : Coldness and Cruelty












Sade: The Invention of the Libertine Body












An Erotic Beyond: Sade












At home with the Marquis de Sade












De Sade's Valet












Introducing Sade












Sade and the Narrative of Transgression












Must We Burn Sade?












Marat / Sade




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