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marina pianu (1957- ). la vita di marina
si snoda lungo un percorso obbligato di casi, coincidenze e sbagli
(talvolta anche voluti). per sbaglio, infatti, nasce in liguria benchè
la famiglia fosse residente nel veneto. per caso si ritrova sballottata
nella prima infanzia e adolescenza tra tre diverse regioni e quattro
diverse abitazioni. infanzia felice seppure un ciccinino solitaria.
sviluppa nella solitudine una fantasia che passa dal morboso al
demenziale. nascono cosí i primi compagni di gioco fittizi, le prime
favole autonarrate, e la propria cittá personale (che fino ai giorni
nostri viene ad allestire il personalissimo teatrino onirico di marina).
marina sboccia,
tardivamente, alla vita sociale, passando attraverso l'amore e le
avventure. dall'etá di otto anni non ha mai smesso di essere innamorata
(uomini, donne, caloriferi...) e questo amore "continuo" l'ha
portata a trasferire sulla carta il desiderio di realizzare sogni
fantasie ed illusioni. quando questi amori si traducevano in pratica, le
fantasie scritte assumevano il delizioso sapore dell'adulterio, della
tresca, del peccato.
miscredente sin da
piccola, ribelle in tutto ció che è regola e autoritá, la nostra
bella (modo di dire) novellatrice si sposta ancora dalle marche a roma
e londra e poi finalmente in america dove ha modo e agio di sviluppare e
affinare quello che è diventato il suo segno di riconoscimento: lo
stile. vive a chicago, in connecticut e, passando per parigi, in
florida, prima di tornare definitivamente (?) in italia.
si abbuffa
di autori francesi (proust, colette, pagnol, diderot, e
naturalmente sade) e di film anni '60 (sia italiani che francesi e
americani). sono gli anni della sperimentazione a 360°: dal sushi al
thai, dal puntilismo allo stream of consciousness, passando per le ricorrenze
diversificate
di brian eno. si imbarca in lunghi progetti di traduzione che, per
pigrizia, non porterá a termine. pubblica alcuni racconti presso
piccole edizioni locali. assiste alla nascita di una nuova rivista a
parigi ("diffusions") e scrive il suo lungomanzo,
"leda".
tornata in italia si
dedica alla scrittura e al giornalismo facendo, nella tradizione guareschiana,
un po' di tutto: redattrice, articolista, titolista, grafica...
maddalena de seda (1957-2033). autrice di
maturitá tardiva, fu promotrice del movimento noto come "lasciamo
fare agli altri", che ebbe notevoli riscontri non solo in campo
letterario, ma anche nelle arti e mestieri, in politica, in economia, e
naturalmente in filosofia e teologia. alcuni biografi hanno creduto
poter rintracciare le radici di questa sua impostazione critica nella
scuola di pensiero in cui la de seda crebbe e si formó. altri invece
tendono ad attribuirlo agli insegnamenti ricevuti da una costante e
quasi fanatica lettura dei passatisti come moretti e proust. ma qui
interviene la dott.ssa pianu, eminente psichiatra della letteratura, che
illustra, nella sua nota e illuminante analisi della de seda ("ma
chi me l'ha fatto fare?", 2035, ed. il gufo che ride), il peso
determinante della pigrizia innata della scrittrice sarda nella sua
scuola di pensiero.
tra le opere più belle della de seda, vale qui ricordare "non ne ho punta
voglia" e "fo festa" (del periodo toscano), "dormire
stanca" (del periodo torinese), "pensaci tu" (di
ispirazione pirandelliana), la commedia brillante "me ne lavo le
mani", e il romanzo in trenta volumi "davanti al bivio io
torno indietro". nel 2004 fondó, con grande fatica, la rivista
"dolce far niente".
premi: il premio strega nel 2011, per il romanzo "pilato"; premio pulitzer nel
2013 per la raccolta di racconti "gli indecisi". infine, nel
2033, pochi mesi prima della sua scomparsa, venne insignita del premio
nobel per la letteratura, ma, benchè in perfette condizioni fisiche,
non si presentó a ritirare il premio in quanto, sue parole testuali,
"non posso perdermi mike bongiorno".
nell'ultimo periodo della sua vita, la de seda venne affetta da un grave male al sistema
simpatico. presa da strane smanie di iper-attivitá, fra cui si ricorda
la frenetica campagna elettorale nel paesino di sardara (cagliari), la
tournee in oceania per la difesa dei mandingo, nonché la partecipazione
al concorso "vinci e gratta", la scrittrice venne colta da
improvviso malore verso la fine del 2033. nonostante le precipitose cure
dei medici della clinica linfatica "malriposa" di zurigo,
maddalena de seda finalmente soccombette al male lasciando un
incolmabile vuoto nella memoria dei suoi lettori e seguaci.
10 aprile 2004
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